martedì 1 ottobre 2013

Prosegue il viaggio tra gli haiku



 
Nel post della scorsa volta ho introdotto l'argomento degli haiku sottolineando il mio haijin preferito, Matsuo Basho. Voglio proseguire questo viaggio segnalandovi L'angusto sentiero del nord (Oku-no-hosomichi, 1694) una raccolta di haiku attraverso i quali Basho descrive il viaggio da lui intrapreso a partire dalla primavera del 1689 all'interno del Giappone quando percorse ben 2500 chilometri in 156 giorni. Ogni haiku è introdotto da riflessioni su ciò che il poeta incontra e vede durante il suo cammino.

Basho, durante la sua vita, ha compiuto molti viaggi a piedi proprio per espandere i confini della sua poesia e avere una visione completa del Giappone; si potrebbero chiamare dei veri e propri pellegrinaggi poetici e ogni volta raccoglieva sensazioni, emozioni e quello che vedeva in questi componimenti fugaci, incisivi e semplici ma colmi di sentimenti profondi.
 
Un piccolo cuculo attraverso una ortensia da Yosa Buson
Come già detto nel precedente post quando leggo un haiku davanti ai miei occhi prende forma un'immagine molto nitida, “carica di energia” e sono rimasta estasiata quando sono venuta a conoscenza di uno stile di pittura giapponese che si chiama haiga: dipinti affiancati da un haiku, praticamente viene rappresentata l'estetica del componimento poetico!
 
Questo viaggio attraverso la cultura giapponese grazie agli haiku mi affascina sempre più. Molto spesso mi capita di mettere nero su bianco le emozioni che provo in un determinato momento o quello che mi circonda usando questo componimento poetico proprio perché immediato e coinciso. Ovviamente lo faccio senza nessuna pretesa ma per chi invece, al contrario della sottoscritta, ha delle doti poetiche da poter sfruttare consiglio di dare un'occhiata al Premio Mondiale di Poesia Capoliveri Haiku.

 Sguardi fugaci
scivolando leggeri
nel nostro fiume.
Martina

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