martedì 28 maggio 2013

Italianismi: Pizza, pasta e…?

Dopo il post sugli inglesismi ho pensato adesso di scrivere sugli italianismi nel mondo. Questo perché, oltre ad essere debitori, abbiamo anche “prestato” diversi vocaboli (più di ventimila) a lingue straniere. Interessante vedere quali sono i prestiti per comprende le aree, i settori più significativi e apprezzati del nostro paese, per capire l’importante ruolo culturale e storico che ha avuto e ha tuttora l’Italia. Inizialmente i primi prestiti riguardavano principalmente i campi dell’arte e della musica. Su wikipedia ho trovato una lista più che esaustiva di termini riguardanti la musica (voci, forme musicali, strumenti musicali, tecniche, ruoli, ecc..) usati
nella lingua inglese. Qui trovate la lista completa. Negli ultimi anni è però soprattutto il lessico nel campo della gastronomia e della moda (cappuccio, pantalone, costume, camicia) a “invadere” le lingue straniere. Grazie alla rinomata cucina italiana, gli italiani all’estero possono, senza l’utilizzo del vocabolarietto tascabile, parlare la propria lingua. Si trova infatti molto spesso nei menù dei ristoranti parole come: pizza, risotto, maccheroni, cannelloni, spaghetti, cappuccino, salami, bruschetta, peperoni, rucola, mozzarella, polenta, vino, tiramisù, antipasto, macchiato, minestrone, pesto, carpaccio, panino, latte e la lista sarebbe ancora lunga.

A quanti sarà capitato all’estero di fare conoscenza e immediatamente dopo la scoperta, da parte dei nostri interlocutori, del nostro paese di origine di sentirsi dire: “Ah Italia, pizza pasta e mandolino!”. Io ricordo quando andai in Kenya le persone che, venendo a conoscenza della mia provenienza, dicevano: Papa, pizza e mafia. In Europa invece è gettonatissimo in questo periodo dire: Italiano? Ahhh pizza, mafia e Berlusconi. Questo articolo non vuole incentrarsi su come il popolo italiano è visto e considerato all’estero, ma sulla presenza e sull’uso dei termini italiani all’estero; quindi senza nessun tipo di malizia e senza l’intento di polemica, ho scritto del nostro ex presidente del consiglio perché è grazie a lui se abbiamo aumentato le parole italiane usate all’estero: Bunga bunga. Ogni paese ha preso in prestito dall’italiano più o meno parole, e adesso un altro termine che sta facendosi strada è il saluto “ciao”. Quindi facendo il poliglotta, vi saluto: CIAO! 

Trovate l’intruso a Times Square. 

Uno straniero a Times Square

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