O falce di luna
calante
che brilli su l’acque
deserte,
o falce d’argento
qual mèsse di sogni
ondeggia a ’l tuo
mite chiarore qua giù!
Aneliti brevi di
foglie
di fiori di flutti da
’l bosco
esalano a ’l mare:
non canto non grido
non suono pe ’l vasto
silenzio va.
Oppresso d’amor, di
piacere,
il popol de’ vivi
s’addorme …
O falce calante, qual
mèsse di sogni
ondeggia a ’l tuo
mite chiarore qua giù.
Gabriele d’Annunzio
(1863 – 1938)
È una lirica presente nella raccolta “Canto novo” (1882)
composta in età giovanile da Gabriele d’Annunzio. La notte illuminata dalla luna viene descritta come un momento
magico durante il quale gli uomini e gli animali si lasciano
abbandonare a un sonno languido inebriati (oppressi, stremati, sopraffatti) dai
piacere e dalle bellezze della vita che il sonno così spegne, mentre le piante e i
fiori si muovono provocando dei leggeri suoni che il poeta può percepire e
ascoltare grazie al completo silenzio che lo circonda (le tre negazioni, non
canto non grido non suono). È composta da tre strofe di quattro versi ciascuna:
due novenari e due dodecasillabi, l’ultimo dei quali sempre tronco.
È un componimento ricco di metafore e sinestesie. La metafora principale, o perlomeno la più
evidente, è quella della luna calante simile ad una falce pronta a mietere i
sogni dell’umanità sprofondata in un sonno greve e circondata da una natura
sensuale. Questi sogni ondeggiano come il grano in un campo pronto per essere
falciato e che oscilla a ogni lieve soffio di vento. La seconda strofa termina
con una sinestesia: vasto silenzio,
accosta una sensazione visiva con una uditiva.
È una poesia molto musicale, lenta e soave. La musicalità è
accentuata anche dalla forte presenza e ripetizione della consonante “l”, il
ritmo che ne consegue richiama quasi l’ondeggiare del mare. Infine gli ultimi
due versi riprendono l’immagine espressa nella prima strofa (qual mèsse di
sogni/ondeggia a ’l tuo mite chiarore qua giù), in questa maniera il
componimento poetico si chiude con un andamento circolare.
Vi potreste divertire cercando le altre figure retoriche e
facendo la parafrasi della poesia.
Per ripassare, darvi/darmi uno spunto per conoscere meglio
questo scrittore e per approfondire lo studio per coloro che ne sono interessati
ho creato un piccolo gioco: nella colonna di destra ho scritto alcune delle
opere di D’Annunzio e in quella di sinistra, in ordine sparso, gli anni in cui
sono state scritte e/o pubblicate, sta a voi collegarle.
Durante la ricerca che ho effettuato per creare questa tabella ho trovato molto interessante ricollegare le opere agli anni in cui sono state create (o pubblicate) perchè questo permette di avere un'immagine d'insieme del poeta, capire l'evolversi della sua scrittura, contestualizzarlo in determinati periodi storici e capire le influenze esterne.
A presto!
OPERE
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ANNI
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A. Canto novo
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a. 1879
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B. L’innocente
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b. 1889
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C. La fiaccola sotto il moggio
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c. 1893
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D. Il fuoco
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d. 1910
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E. Forse che sì forse che no
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e. 1903-12-18
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F. Notturno
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f. 1882
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G. Primo vere
|
g. 1905
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H. Il piacere
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h. 1916
|
I.
La
pioggia nel pineto
|
i. 1895
|
L. Poema
paradisiaco
|
l.
1900
|
M. Le
vergini delle rocce
|
m.
1902
|
N. Laudi
|
n. 1892
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