Spesso mi
capita di sentire delle espressioni come quella che dà il titolo all’articolo,
e sempre mi chiedo da cosa dipenda questo o quell’altro modo di dire , quale
sia la storia che si nasconde dietro quella precisa espressione.
Riprendendo
dunque il titolo del post, l’espressione “acqua alle funi o alle corde”, oggi
in disuso, viene talvolta usata per esaltare l’importanza del coraggio e della
presenza di spirito nell’affrontare un problema difficile, nonostante il
rischio di pesanti conseguenze. In
altri casi si tratterebbe di una specie di grido d'allarme dato da chi si
accorge di un'emergenza improvvisa e invita a trovare un rimedio. La frase
implica la necessità di agire.
L’espressione
fu gridata in piazza S. Pietro durante l’innalzamento dell’obelisco situato al
centro della piazza.
Nel 1956 con
l’intento di abbellire la piazza il papa Sisto
V che venisse innalzato il grande obelisco che tutt’ora possiamo ammirare.
Il lavoro
venne affidato al ticinese Domenico Fontana ma presentava
diverse difficoltà, l'obelisco pesava 350 tonnellate
ed era alto 25 metri, quindi Fontana dovette fare numerosi calcoli e utilizzare
impalcature e carrucole! Furono ingaggiati per effettuare il lavoro 800
uomini e 140 cavalli! Il 10
settembre 1586 l’obelisco doveva essere innalzato; Viste le difficoltà
dell’operazione fu diramato tra folla e operai l’ordine di mantenere il
silenzio più assoluto, pena la morte: per l’occasione erano infatti presenti persino il boia e la forca
per eseguire immediatamente la sentenza!
L’obelisco
era quasi sul posto quando le funi cominciarono a cedere e ad allungarsi….. Il
monolito stava per rovinare pericolosamente in terra!
Allora nel
silenzio generale si levò una voce coraggiosa che gridò: Daghe l'aiga ae corde! (In genovese appunto acqua alle corde)
Il grido fu ascoltato con ottimi risultati: era stato Benedetto Bresca , marinaio ligure, che sapeva bene che le
corde di canapa bagnate si accorciano.
Bresca fu
subito arrestato, ma Sisto V come ricompensa per la
prontezza di spirito e per il coraggio dimostrato invece della punizione gli
diede larghi privilegi, una ricca pensione e il diritto di issare la bandiera
pontificia sul suo veliero.
Come abbiamo
visto una semplice espressione tipica della nostra lingua nasconde una storia
che potrebbe persino essere raccontata come favola della buona notte, e ci
permette di comprende appieno il significato della stessa!!!
SalutandoVi vi invito a cercare altre espressioni simili
a questa e a condividerne storia e significato con noi!
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