martedì 22 ottobre 2013

Linguistica, psicologia o medicina?

 
La linguistica ha diverse sottodiscipline:
geolinguistica 
sociolinguistica
etnolinguistica
psicolinguistica
ecolinguistica linguistica comparata
 
 
 
 
Scendere nel dettaglio per analizzarle tutte sarebbe troppo lungo e non ne sarei neanche all'altezza quindi mi sono lasciata guidare dalla passione e ho deciso di affrontare la psicolinguistica scoprendo, tra le altre cose, che si intreccia col mio probabile lavoro di tesi sperimentale (super entusiasta, tre passioni che si uniscono in un unico argomento!).

Partiamo dalla definizione (Akmajian et. al., Linguistica, Il Mulino 1996): "..compito della psicolinguistica (o psicologia del linguaggio) è scoprire come la conoscenza della lingua è rappresentata nella mente (nel cervello) di un parlante, come quest'informazione è normalmente utilizzata nella produzione e comprensione della lingua, e come i parlanti acquisiscono queste abilità." detto in maniera più semplice si occupa di studiare i fattori psicologici, i fattori neurobiologici e i processi computazionali che vengono messi in atto per acquisire, comprendere e utilizzare il linguaggio, cercando anche di localizzarli da un punto di vista anatomico.
Come è facilmente intuibile dal nome, è un settore di indagine multidisciplinare poiché coinvolge la psicologia cognitiva, la neuropsicologia, la linguistica e in generale tutte le scienze cognitive. Di conseguenza anche i campi in cui va a indagare sono molteplici, per citarne solo alcuni: il riconoscimento di parole, la comprensione di frasi o testi, capire e osservare come viene prodotto e sviluppato il linguaggio. 

A questo punto ho fatto la scoperta che vi dicevo sopra a proposito dell'incontro col mio percorso universitario di studentessa in chimica farmaceutica, infatti la ricerca e lo studio della struttura anatomo-funzionale dei processi del linguaggio può essere effettuata in soggetti sani ma anche in soggetti con patologie evolutive come ad esempio la dislessia, o in coloro che hanno disturbi del linguaggio in seguito a patologie di diversa natura come ictus, tumori, traumi o malattie neurodegenerative. 
I dati sperimentali che derivano da questi studi possono essere basati sull'osservazione del comportamento (balbettii, errori, ripetizioni..) o sulle misure di tipo psico-neurofisiologico che possono comprendere sia studi elettrofisiologici che tecniche di imaging (elettroencefalogramma, risonanza magnetica funzionale, tomografia ad emissione di positroni).

Per concludere vorrei sottolineare la cosa che più mi ha affascinata di questo argomento ovvero scoprire come campi diversi tra loro, linguistica psicologia e medicina, si intrecciano intorno a un unico "oggetto": il linguaggio.

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