martedì 2 luglio 2013

O falce di luna calante




O falce di luna calante
che brilli su l’acque deserte,
o falce d’argento qual mèsse di sogni
ondeggia a ’l tuo mite chiarore qua giù!

  Aneliti brevi di foglie
di fiori di flutti da ’l bosco
esalano a ’l mare: non canto non grido
non suono pe ’l vasto silenzio va.

Oppresso d’amor, di piacere,
il popol de’ vivi s’addorme …
O falce calante, qual mèsse di sogni
ondeggia a ’l tuo mite chiarore qua giù.

            Gabriele d’Annunzio
     (1863 – 1938)



È una lirica presente nella raccolta “Canto novo” (1882) composta in età giovanile da Gabriele d’Annunzio. La notte illuminata dalla luna viene descritta come un momento magico durante il quale gli uomini e gli animali si lasciano abbandonare a un sonno languido inebriati (oppressi, stremati, sopraffatti) dai piacere e dalle bellezze della vita che il sonno così spegne, mentre le piante e i fiori si muovono provocando dei leggeri suoni che il poeta può percepire e ascoltare grazie al completo silenzio che lo circonda (le tre negazioni, non canto non grido non suono). È composta da tre strofe di quattro versi ciascuna: due novenari e due dodecasillabi, l’ultimo dei quali sempre tronco.

È un componimento ricco di metafore e sinestesie. La metafora principale, o perlomeno la più evidente, è quella della luna calante simile ad una falce pronta a mietere i sogni dell’umanità sprofondata in un sonno greve e circondata da una natura sensuale. Questi sogni ondeggiano come il grano in un campo pronto per essere falciato e che oscilla a ogni lieve soffio di vento. La seconda strofa termina con una sinestesia: vasto silenzio, accosta una sensazione visiva con una uditiva.

È una poesia molto musicale, lenta e soave. La musicalità è accentuata anche dalla forte presenza e ripetizione della consonante “l”, il ritmo che ne consegue richiama quasi l’ondeggiare del mare. Infine gli ultimi due versi riprendono l’immagine espressa nella prima strofa (qual mèsse di sogni/ondeggia a ’l tuo mite chiarore qua giù), in questa maniera il componimento poetico si chiude con un andamento circolare.

Vi potreste divertire cercando le altre figure retoriche e facendo la parafrasi della poesia.
Per ripassare, darvi/darmi uno spunto per conoscere meglio questo scrittore e per approfondire lo studio per coloro che ne sono interessati ho creato un piccolo gioco: nella colonna di destra ho scritto alcune delle opere di D’Annunzio e in quella di sinistra, in ordine sparso, gli anni in cui sono state scritte e/o pubblicate, sta a voi collegarle. 
Durante la ricerca che ho effettuato per creare questa tabella ho trovato molto interessante ricollegare le opere agli anni in cui sono state create (o pubblicate) perchè questo permette di avere un'immagine d'insieme del poeta, capire l'evolversi della sua scrittura, contestualizzarlo in determinati periodi storici e capire le influenze esterne. 
A presto!

       
OPERE
ANNI
A.      Canto novo
    a.    1879
B.      L’innocente
    b.    1889
C.       La fiaccola sotto il moggio
    c.     1893
D.      Il fuoco
    d.    1910
E.       Forse che sì forse che no
e.    1903-12-18
F.       Notturno
     f.     1882
G.       Primo vere
    g.    1905
H.      Il piacere
     h.    1916
I.        La pioggia nel pineto
     i.      1895
L.   Poema paradisiaco
l.    1900
M.    Le vergini delle rocce
 m.  1902
N.    Laudi
  n.  1892

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