“Serata al
quanto stancante”;“Pultroppo non posso….”;“Sta
sera vado al cinema “.
Sempre più spesso troviamo di questi errori non solo su
pagine di social network, ma anche su giornali e tv.
Assistiamo, a mio avviso, a un progressivo impoverimento
della lingua italiana nella totalità dei suoi componenti, dalla grammatica al
lessico.
Fermo restando che possiamo definire la lingua come un
organismo vivente in continua evoluzione, passatemi il paragone con
l’evoluzione biologica: la Vita si è sviluppata partendo da esseri monocellulari
che nel corso dei millenni combinandosi tra loro hanno formato via via organismi
sempre più complessi fino ad arrivare a quella che a noi tutti piace definire
la macchina perfetta ,” L’uomo “ (mi scuso per l’eccessiva semplificazione ) .Per
la lingua italiana possiamo invece affermare il contrario, da un organismo
complesso si va verso quello che possiamo definire un organismo Monocellulare.
Di certo non sono un nostalgico di termini quali “ essi,
costoro, etc.…”, capisco benissimo che il processo di rinnovamento linguistico
passa per una semplificazione dei costrutti e in alcuni casi del lessico; la
prima cosa che mi viene in mente è per esempio la perdita dei casi (nominativo genitivo dativo accusativo
ablativo vocativo)nel passaggio dal latino
al volgare .
Detto questo se la semplificazione diventa un impoverimento,
allora dico NO!
La lingua italiana offre una possibilità di costrutti e una
ricchezza lessicale che sono un patrimonio della nostra cultura e che
dovrebbero essere preservati e non ridicolizzati o addirittura stigmatizzati :
troppo spesso ho sentito etichettare qualcuno che usa nelle ipotetiche
congiuntivo e condizionale correttamente, oppure usa termini che leggermente si
discostano da quelli d’uso comune , con frasi del tipo “parli come un libro
stampato “ .
Beh quello che penso è che noi tutti dovremmo leggere di più
poiché la lettura è uno degli strumenti che ci permettono di arricchire il
nostro lessico e di confrontarci con periodi e costrutti linguistici che
rendono più ricco, e non
noioso , il nostro linguaggio.
Tornando al titolo di questo articolo, se l’italiano bussa
alla vostra porta (ad esempio se trovate una parola che non conoscete, non
rassegnatevi, ma cercatela nel vocabolario) e non comportatevi come assai
spesso si fa con i testimoni di Geova, bensì: APRITE!
Se è Dan Brown gli apro la porta?
RispondiEliminaFrancesca